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+ I vigneti e la cantina…

Per consolidata tradizione familiare (già mio nonno Ezio teneva molto alla qualità dei suoi vini), vinifichiamo direttamente le nostre uve ed io stesso, con mio nipote Andrea, mi occupo della cantina da più di venticinque anni; tuttavia, fino a pochi anni fa ci siamo limitati a vendere tutto il nostro vino in partita e soltanto nei primi anni ’90 abbiamo deciso di impegnarci ad assumere come nuovo standard quelle tecniche agronomiche ed enologiche che nel volgere di alcuni anni ci avrebbero consentito di giungere alla conclusione del ciclo produttivo con l’imbottigliamento in azienda.

Ciò ha significato ingenti investimenti nei vigneti (nuovi impianti con cloni selezionati e ristrutturazione dei vecchi) e in cantina (acquisizione di attrezzature enologiche allo stato dell’arte), la verifica dell’effettivo potenziale qualitativo (grazie alla collaborazione dell’Enologo Giorgio Marone e dell’Agronomo Folco Giovanni Bencini), l’adeguamento della nostra stessa mentalità produttiva in senso qualitativo (potature corte, diradamento dei grappoli, ecc.)

Ma alla fine del decennio tutto questo lavoro ci ha permesso di arrivare a produrre quei vini da destinare alla bottiglia finalmente adeguati al nostro ideale e che riteniamo degni di essere “firmati”. D’altronde, verifico di persona la potatura severa durante l’inverno, il diradamento dei grappoli durante l’estate, la selezione delle uve prima nella vigna e poi in cantina (della quale è responsabile mio nipote Andrea Mammuccini), seguendo sempre il lavoro (e la formazione) dei nostri collaboratori.

Siamo felici di avere finalmente assaggiato, con la vendemmia 1998 il vino che, fin dall’inizio, avevamo in mente di produrre, ma siamo anche coscienti di avere molta strada da percorrere e, per questo, ogni vendemmia costituisce un momento di riflessione, il punto di arrivo delle fatiche di un anno, ma anche il punto di partenza verso obiettivi più elevati.+ i vigneti e la cantina…